05 Settembre 2023
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Nuova valuta: Euro Digitale

Cos’è l’euro digitale?

L’euro digitale sarà una valuta digitale emessa dalla BCE, utilizzabile da chiunque – famiglie, imprese, commercianti – che affiancherà l’euro fisico, cioè che corrisponderà esattamente al denaro contante, senza sostituirlo.

L’euro digitale è un progetto avviato a luglio del 2021 da parte della BCE in collaborazione con le Banche Centrali Nazionali dei singoli Paesi che fanno parte dell’Area Euro.

Le ragioni che hanno portato a progettare l’euro digitale, come vedremo, sono molteplici ma innanzitutto nascono da una tendenza, ormai consolidata, che vede i soldi contanti essere utilizzati sempre meno dai cittadini a favore dei pagamenti elettronici.

Infatti, se fino a pochi anni fa il contante era pressoché l’unico mezzo per concludere nell’immediato una compravendita, oggi esistono e vengono abitualmente utilizzati strumenti di pagamento elettronici privati come bonifici online, carte di pagamento, app, etc. Secondo uno studio della BCE del 2020, quasi la metà dei consumatori europei dichiara che, potendo scegliere, opterebbe per strumenti di pagamento alternativi al contante, come le carte. Oggi, post pandemia, questo trend sta diventando sempre più rilevante.

 

Perché questo spostamento dai contanti al denaro elettronico è stata una motivazione tale da portare la BCE a creare una nuova valuta? Questa tendenza sta mettendo una certa pressione alla BCE che, vedendo l’evoluzione delle abitudini di pagamento dei cittadini e la sua moneta sempre più marginale, avverte la minaccia di quella che viene definita la “totale privatizzazione della moneta”.

 

Ma cosa si intende per “moneta pubblica” e “moneta privata”?

Ognuno di noi ha a disposizione due forme di moneta: la cd. “moneta pubblica” che è rappresentata dalle banconote e dalle monete che teniamo nei nostri portafogli, e la cd. “moneta privata” rappresentata dai soldi che abbiamo depositati nei conti correnti. Apparentemente, nell’utilizzo che ne facciamo quotidianamente, non c’è differenza se non nel modo in cui avvengono i pagamenti: da un lato mediante la consegna fisica di banconote e monete, dall’altro attraverso carte, bonifici, app, etc.

In realtà, le due monete sono diverse. Il contante è emesso e stampato dalla banca centrale, è moneta “pubblica” e pertanto deve essere obbligatoriamente accettata in cambio di beni e servizi. La moneta della banca centrale è una moneta garantita dallo Stato, dalla sua forza, credibilità e autorità. Le altre forme di moneta sono invece passività di operatori privati. Ad esempio, i depositi rappresentano una passività delle banche. Infatti, il denaro depositato presso una banca, diventa un credito nei confronti della banca stessa e quindi il soggetto depositante diventa titolare di un’obbligazione privata nei confronti dell’istituto bancario.

Il valore dei depositi si fonda sulla solidità dell’intermediario – soggetto autorizzato e vigilato – ed è sostenuto dalla promessa di convertibilità alla pari nella moneta priva di rischio della Banca Centrale. È grazie alla convertibilità alla pari con la “moneta pubblica” che le diverse forme di “moneta privata” sono convertibili l’una con l’altra e sono percepite come perfetti sostituti nel mercato nei pagamenti.

Un soggetto è infatti disposto a detenere i propri risparmi presso un conto corrente bancario (soggetto privato), se è certo di poter prelevare in qualsiasi momento i propri soldi presso gli sportelli bancari in banconote. Questa convertibilità potrebbe venire meno ad esempio in caso di crisi finanziaria e relativa corsa agli sportelli.

 

Per quali ragioni si dovrebbe emettere l’euro digitale?

Come evidenziato in precedenza, lo sviluppo tecnologico ha comportato una riduzione dell’uso del contante a favore dei pagamenti elettronici. Questa variazione ha provocato inevitabilmente una minor rilevanza del ruolo delle banconote, strumento utilizzato dalla BCE per gestire la propria politica monetaria. Sembra quindi inevitabile, per la Banca Centrale Europea, portare avanti questo progetto e fornire ai cittadini una forma elettronica diretta di contante, che darebbe la possibilità di utilizzare uno strumento di pagamento aggiuntivo digitale, accettato in tutta l’area Euro, e che, come il contante, sia privo di rischi, ampiamente accessibile, facile da utilizzare e gratuito.

Se la Banca Centrale continuasse ad offrire solo denaro contante e quest’ultimo dovesse effettivamente diventare sempre più marginale nel sistema dei pagamenti a favore di mezzi elettronici, la moneta della BCE perderebbe il suo ruolo cardine nei pagamenti e verrebbe meno la garanzia di complementarietà e convertibilità tra moneta “pubblica” e “privata”.

I cittadini potrebbero ritrovarsi quindi privi di uno strumento sicuro e affidabile e avrebbero a disposizione principalmente strumenti di pagamento privati.

The Economist, nel 2021, stimava che circa 3 miliardi di persone usassero regolarmente wallet e applicazioni di pagamento come PayPal o Visa e, ad oggi, le possibilità non sono certo diminuite, ne sono un esempio Apple Pay e Google Pay. Questi sistemi di pagamento privati permettono transazioni istantanee a prezzi molto bassi, ma sono anche in grado di raccogliere informazioni preziose sulle abitudini e sugli stili di vita degli individui. Tutto ciò pone interrogativi sull’autonomia e sulla privacy nel campo dei pagamenti e potrebbe persino compromettere la sovranità europea.

L’emissione di un euro digitale da parte della BCE ha quindi lo scopo di preservare la sua sovranità monetaria (controllo dell’inflazione e stabilizzazione ciclica dell’economia etc.) e di non delegare tale compito a soggetti privati che lo eserciterebbero per finalità di copertura commerciale e non di pubblico interesse. Il progetto europeo segue inoltre motivazioni geopolitiche, dato che altre nazioni stanno sperimentando l’introduzione di una moneta digitale.

Cina e India hanno già iniziato, in alcune città pilota, ad effettuare pagamenti tramite moneta digitale emessa dalle proprie Banche Centrali, mentre negli Stati Uniti la Federal Reserve ha organizzato un gruppo di studio con il compito di progettare il dollaro digitale.

 

Quali sono i vantaggi?

Come evidenziato in precedenza, l’euro digitale dovrebbe permettere a tutti i cittadini di avere a disposizione un mezzo di pagamento sicuro, privo di costi, di facile utilizzo ed accettato da tutti.

Il collegamento diretto tra BCE, cittadini e imprese dovrebbe permettere di ridurre i costi dei pagamenti e conferire ai commercianti maggiore potere contrattuale nel negoziare le condizioni di servizio con i fornitori di soluzioni di pagamento. L’adozione dell’euro digitale dovrebbe rafforzare il ruolo dell’euro nei confronti delle altre valute digitali che verranno presentate dagli altri Stati sovrani e dal mondo delle cripto.

L’euro digitale, inoltre, non richiede stampa, convalida, circolazione, monitoraggio e sostituzione a differenza delle banconote e, pertanto, ridurrà notevolmente l’impronta ecologica dei sistemi monetari e di pagamento.

 

Quali sono gli svantaggi?

La presenza di un euro digitale garantito dalla BCE potrebbe comportare il rischio che i depositanti dirottino i propri fondi con conseguenze negative per le banche commerciali, sia in termini di capacità di finanziamento sia per possibili effetti a catena che verrebbero a crearsi nel caso in cui i depositanti calassero drasticamente.

Per tale motivo la BCE sta studiando, almeno per la prima fase di introduzione, dei limiti quantitativi al possesso e all’utilizzo della moneta digitale.
Un altro punto ancora da chiarire rimane la tutela della privacy in quanto, essendo una moneta digitale, ogni unità è potenzialmente tracciabile a differenza delle banconote.

 

A che punto siamo?

La fase istruttoria del progetto sull’euro digitale si concluderà nell’autunno 2023.
Nel caso in cui il Consiglio Direttivo della BCE approvasse la fase successiva del progetto, la Banca Centrale proseguirebbe i lavori sviluppando e testando le possibili soluzioni tecniche e commerciali necessarie per fornire un euro digitale.
Ciò darebbe luogo a due iter che procederebbero in parallelo: uno legislativo e uno tecnico, in modo che l’Eurosistema sia pronto ad emettere tempestivamente un euro digitale, se e quando ciò sarà necessario.