24 Maggio 2023
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22/05/2023 – Tetto sul debito americano

Il tetto sul debito, cd. debt ceiling, è stato introdotto nel 1917 con il Second Liberty Bond Act e corrisponde all’ammontare di debito massimo che gli Stati Uniti possono contrarre in un determinato periodo di tempo. In caso di necessità può essere rivisto al rialzo ma solo con un accordo tra Camera e Senato.

A gennaio di quest’anno era già stato raggiunto l’ammontare di risorse massime, fissate dal Congresso a circa 31.400 miliardi di dollari (circa 120% del Pil americano), per finanziare la spesa pubblica. Da allora sono passati circa 5 mesi nei quali il Dipartimento del Tesoro ha messo in atto delle misure straordinarie di carattere contabile e di gestione della liquidità per evitare il default.

Tuttavia, questo periodo di tempo, come precisato dal segretario del Tesoro Janet Yellen, non potrà portarsi oltre il 1 giugno, “data x” oltre la quale si dovrebbe dichiarare il default degli Stati Uniti in quanto il Paese non avrebbe più le risorse necessarie per far fronte alle proprie spese. Camera e Senato dovranno quindi, entro quel termine, decidere se deliberare un’aumento del tetto sul debito per evitare il default del Paese.

La decisione è di carattere politico e tra gli schieramenti si trovano repubblicani e democratici che vedono in quest’occasione un’opportunità per strappare condizioni a proprio vantaggio.

É importante che le parti trovino un compromesso in quanto, in caso di mancato accordo, le conseguenze che si regi-strerebbero sarebbero di livello globale e avrebbero importanti implicazioni sui mercati obbligazionari, azionari e valutari. Basti pensare alle ripercussioni sui principali Paesi detentori di Treasury come Giappone, Cina e Regno Unito che rappresentano il 35% del valore complessivo del debito a stelle e strisce. Questi titoli, in caso di fallimento del Paese, smetterebbero di ricoprire il ruolo di safe asset che detengono oggi e registrerebbero un’impennata dei rendimenti alla quale lo Stato non riuscirebbe a far fronte.

Anche sul mercato azionario si avrebbero importanti conseguenze, dal momento che il probabile rialzo dei rendimenti finirebbe per impattare sulle aziende che fanno ricorso al capitale di terzi per finanziare i propri investimenti. Joe Biden è intervenuto nei giorni scorsi per tranquillizzare il mercato facendo intendere che è molto probabile che si arriverà ad un accordo, ma non la pensa allo stesso modo il leader dei repubblicani, Mitch McConnel, che lo esorta invece a “fare sul serio” abbandonando la terza seduta di negoziazione.

Nonostante ciò, il mercato azionario ha chiuso la settimana in positivo, in quanto gli investitori pur restando in attesa di cosa accadrà dopo il primo giungo ritengono molto probabile che si arrivi a trovare un accordo.