La Corte dei Conti tedesca ha accusato il governo di Olaf Scholz di aver nascosto le reali condizioni finanziarie del Paese, trasferendo impegni finanziari pluriennali in veicoli finanziari speciali, ossia all’interno di società create con il preciso scopo di redistribuire crediti tra un’ampia gamma di investitori.
L’accusa coinvolge il ministro delle Finanze Christian Lindner, il quale si è invece espresso spesso a favore di un atteggiamento rigoroso verso i conti pubblici. Nel corso del Consiglio Ecofin di Lussemburgo ammoniva: “Se si vuole mantenere stabile l’euro e il mercato unico, se si vuole rimanere competitivi servono regole fiscali che stabilizzino le finanze pubbliche”.
Le azioni del governo Scholz si posizionano in netto contrasto con le regole europee che prevedono l’inserimento di questi fondi speciali – che attualmente hanno raggiunto la cifra di 869 miliardi di euro – nei conti pubblici. Il governo tedesco, infatti, ha attinto più volte a fondi esterni al bilancio federale, come ad esempio 100 miliardi per il potenziamento delle forze armate o ancora 200 miliardi per la riconversione energetica.
La Corte dei Conti tedesca ha contestato duramente proprio il fondo dedicato al potenziamento delle forze armate (Bundeswehr) accusando il governo di averne esteso la destinazione d’uso, definendo la manovra “una violazione del diritto” e, pertanto, “inammissibile”.
Il Bundeswehr, infatti, è stato istituito per fronteggiare l’emergenza in Ucraina e raggiungere l’obiettivo Nato di spendere almeno il 2% della produzione economica per la difesa a partire dal 2024 e sarebbe dovuto essere destinato solo all’acquisto di armamenti e materiali.
Sulla questione è intervenuta anche una portavoce della Commissione Europea, la quale ha affermato che: “non è possibile per alcun Paese membro escludere qualsivoglia particolare spesa dal deficit utilizzando metodi ad hoc, per esempio attraverso l’uso di fondi speciali”.
Lo scorso 5 settembre il ministro delle Finanze ha presentato alla Camera bassa del Parlamento tedesco la bozza di bilancio che prevede un deficit pari a 16,6 miliardi di euro per il 2024, con una spesa di 445,7 miliardi di euro, in calo rispetto ai 476,3 miliardi stimati per il 2023. Lindner si è dunque impegnato nel rispettare il freno al debito, principio riportato nella Costituzione tedesca che punta a mantenere il rapporto debito/Pil al di sotto del 60%. Tuttavia, se si includono le spese extra per il Bundeswehr e la crisi climatica, il deficit potrebbe essere ben più alto rispetto a quello dichiarato.
La vicenda si inserisce in un contesto non semplice per la Germania che sta affrontando, come peraltro tutta l’Eurozona, un periodo di rallentamento economico. È notizia della scorsa settimana che la produzione industriale tedesca a luglio è scesa dello 0,8% mensile, contro una stima media degli analisti dello 0,5%. A conferma di questo trend, l’istituto Ifo ha annunciato che il Pil si contrarrà dello 0,4% quest’anno.