L’inflazione rallenta negli Usa: il dato di ottobre rimane stabile, tuttavia, quello annuale vede i prezzi salire del 3,2% contro il 3,3% delle stime.
Su base mensile, infatti, i prezzi sono rimasti invariati mentre gli analisti prevedevano un aumento dello 0,1%. Il mercato ha reagito immediatamente al dato migliore delle previsioni iniziando a ritenere sempre più improbabile un nuovo aumento del costo del denaro e sempre più vicina un’inversione della politica monetaria statunitense.
I dati sull’inflazione erano infatti molto attesi dagli investitori per capire quale possibile direzione potrà prendere la FED, dopo che nelle scorse settimane, il presidente Jerome Powell, si era mostrato ancora falco, indicando di “non esser sicuro che la Federal Reserve abbia fatto abbastanza per riportare l’inflazione verso il target del 2%”. Attualmente, gli swap indicano un possibile primo taglio dei tassi di 0,25% nel mese di giugno 2024.
Questi dati sull’inflazione in discesa hanno avuto un impatto, oltre che sui listini, anche sul cambio euro/dollaro che evidenzia un netto rialzo nell’ultima settimana sulla scia del possibile cambio di intenzioni future della Federal Reserve, che porterebbe ad una riduzione dei differenziali nelle politiche monetaria di USA ed Eurozona.
L’inflazione europea ha anch’essa registrato un rallentamento. Infatti, nel mese di ottobre, segna un incremento annuale del 2,9%, rispetto al +4,3% del mese precedente e al +10,6% dello stesso mese del 2022.
Le politiche monetarie restrittive dell’ultimo periodo sembrano aver prodotto importanti segnali di raffreddamento dell’inflazione, ma come confermato dalle principali Banche Centrali è troppo presto per cantare vittoria. Da entrambe le sponde dell’Atlantico arrivano moniti di non allentare la pressione per non trovarsi nuovamente davanti a impennate inattese dell’inflazione e dover fare repentinamente marcia indietro. In altre parole, i tassi di riferimento probabilmente sono arrivati al capolinea; ora tutto dipenderà dai dati macroeconomici per capire per quanto tempo le politiche monetarie resteranno così restrittive. Attenderanno infatti che i dati si susseguano con continuità e per questo potrebbero servire parecchi mesi.