17 Ottobre 2023
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16/10/2023 – Inflazione Usa stabile ma sopra le attese

Giovedì 12 ottobre sono stati pubblicati gli ultimi dati relativi all’inflazione Usa.

A settembre i prezzi al consumo hanno registrato un incremento mensile dello 0,4%, rispetto allo 0,3% previsto e al +0,6% di agosto. Su base tendenziale, l’inflazione rimane stabile al 3,7%, in linea con il mese precedente, a fronte di un rallentamento atteso dagli analisti al 3,6%.

Per quanto riguarda il dato core, depurato quindi delle componenti più volatili dell’inflazione (prezzi alimentari ed energetici), è esattamente in linea con le stime, segnando un rallentamento dal 4,3% di agosto al 4,1%. Se si entra nel dettaglio dei dati si nota che oltre la metà dell’aumento dell’inflazione è riconducibile al costo degli alloggi, la cosiddetta inflazione “shelter”, la quale costituisce circa un terzo del peso del CPI. Nel mese di settembre il costo degli alloggi è accelerato dello 0,6% e, rispetto a un anno fa, l’aumento è del 7,2%.

 

Gli altri settori che hanno contribuito maggiormente al dato dell’ultima rilevazione dell’inflazione Usa sono stati i costi dei trasporti e il petrolio. I dati emersi la scorsa settimana avranno sicuramente un impatto sulle prossime riunioni della Federal Reserve, dopo che nell’ultimo incontro i tassi di riferimento sono rimasti invariati. L’inflazione, anche se negli ultimi mesi è evidente la presenza di un trend discendente, sta rallentando più lentamente del previsto, anche a causa di un mercato del lavoro solido, il quale probabilmente non ha ancora risentito pienamente dell’aumento dei tassi d’interesse.

I dati pubblicati nella giornata di giovedì 12 non sono stati ben accolti dagli indici borsistici europei, dato che, dopo un avvio positivo, hanno rallentato portando Francoforte, Parigi e Madrid a chiudere in negativo. Per quanto riguarda gli indici azionari statunitensi l’andamento non è stato differente, con i rendimenti dei treasury ancora in crescita, S&P 500, Nasdaq e Dow Jones hanno chiuso con il segno meno.

Intanto, cresce l’attesa in vista del prossimo incontro del Fomc previsto a inizio novembre, mentre i membri della Federal Reserve restano ancora divisi sulla decisione da prendere. Le probabilità di un ulteriore incremento dei tassi entro fine anno rimangono limitate, viste anche le recenti dichiarazioni di diversi esponenti della banca centrale americana. Molti funzionari, infatti, concordano sul fatto che un’altra stretta possa essere evitata, dopo la crescita dei rendimenti obbligazionari delle ultime settimane che ha inasprito le condizioni di finanziamento, svolgendo parte del lavoro della banca centrale.

 

Tuttavia, le difficoltà nel riportare stabilmente l’inflazione verso il 2% rafforzano l’ipotesi che i tassi d’interesse verranno mantenuti a lungo su livelli restrittivi.